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I Fondamenti dell'Islam e La Fede Islamica  820124


Nel Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso!




Allah La lode spetta ad Allah il Signore dei mondi e la pace e la benedizione
sia sull'Inviato e sulla sua famiglia e su tutti i suoi Compagni;
«Allah, non c'è altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto. Non Lo
prendon mai sopore né sonno. A Lui appartiene tutto quello che è
nei cieli e sulla terra. Chi puٍ intercedere presso di Lui
senza il Suo permesso?
Egli conosce quello che è davanti a loro e quello che è dietro di
loro e, della Sua scienza, essi apprendono solo ciٍ che Egli
vuole. Il Suo Trono è più vasto dei cieli e della terra, e
custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli è l'Altissimo,
l'Immenso» (II:255).


Il credo islamico e la fede islamica

Il credo - ‘aqida - non è un qualcosa che si pratica, ma è una
convinzione dell’intelletto e un sentimento del cuore. Mentre la
fede - Iman - è la convinzione dell’intelletto e il sentimento
del cuore che si manifesta nel pensiero e nelle azioni. E per questo
i dotti musulmani dicono: «la fede [al-Imàn] è il credere con
certezza a ciò che non si vede, che si esprime con la lingua, e con
il rispettare i pilastri della pratica». Quindi per semplicità
possiamo dire che il credo sono le radici di un albero, le azioni
sono i rami, le foglie e i frutti. E l’albero nel suo insieme
costituisce la fede – al-Imàn. Questo significa che se le radici
sono piccole o deboli tutto l’albero sarà debole e non produrrà
un fitto fogliame o molti frutti. Quando invece le radici sono salde
e ben radicate nel terreno, il fogliame sarà rigoglioso, i suoi
frutti numerosi e sarà un solido e stupendo albero.


Ma in cosa consiste la fede? Alla stessa domanda il Messaggero di Allah
(SAAS) rispose così: «[La fede è] che tu creda in Allah, nei Suoi
angeli, nei Suoi libri, nei Suoi messaggeri e nell’ultimo giorno,
e che tu creda nel decreto divino sia nel bene che nel male» (Muslim
8 ) .E nel Corano troviamo: «Il Messaggero crede in quello che gli
è stato fatto scendere da parte del suo Signore, come del resto i
credenti: tutti credono in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri e
nei Suoi messaggeri» (II:285). Questi elencati dallo hadith e dal
versetto sono i pilastri, detti anche articoli, della fede islamica.


Ma se esistono dubbi o incertezze questa non è più fede ma diventa
un’opinione. infatti: «I credenti sono coloro che credono in
Allah e nel Suo Inviato senza mai dubitarne» (XLIX:15); «Alif Lam
Mim. Questo [il Corano] è il Libro in cui non v’è dubbio» (II:1-2);
«Nostro Signore, in verità tu sei quello che radunerà gli uomini
in un Giorno in cui non v’è dubbio» (III:9).


Dove è possibile trovare la vera fede, senza le corruzioni apportate
dall’uomo o le sue costruzioni filosofiche? La possiamo trovare
solo nel Corano che non è stato mai modificato da mano umana, ma
solo custodito e riprodotto fedelmente. Anche perchè Allah ha
detto: «Noi abbiamo fatto scendere il Ricordo, e Noi ne siamo i
custodi» (XV:9). La fede e la miscredenza:


L’opposto della fede è la miscredenza - kufr-. Sono miscredenti - kàfir -
coloro che negano la veridicità di tutti i pilastri della fede o
negano solo alcuni di essi: «In verità coloro che negano Allah e i
Suoi messaggeri, che vogliono distinguere tra Allah e i Suoi
messaggeri, dicono: “Crediamo in alcuni e neghiamo altri”, e
vogliono seguire una via intermedia, sono questi i veri miscredenti»
(IV:150-151).


Colui al quale viene presentato l’Islam e lo rifiuta deliberatamente è
da considerarsi infedele e destinato per sempre all’inferno.


Al contrario a chi non viene presentato l’Islam, per diverse ragioni
non verrà punito, perché ha detto l’Altissimo:


«Non puniremo nessuno fino a quando non avremo inviato un messaggero» (XVII:
15). Le persone che non sono capaci di comprendere l’Islam nella
vita terrena, perché hanno dei gravi handicap fisici o mentali,
avranno la possibilità di dimostrare la loro fede nel Giorno del
Giudizio. A questo proposito ha detto il Messaggero di Allah (SAAS):
«Quattro si appelleranno nel Giorno del Giudizio: l’uomo sordo
che non sente nulla, l’uomo demente, l’uomo decrepito e l’uomo
morto nel tempo [morto, cioè, prima della venuta di un profeta]. Il
sordo dirà: “Signore venne l’Islam e non ho sentito nulla”, e
il demente dirà: “Signore venne l’Islam e i bambini mi
gettavano contro lo


sterco”,e il decrepito dirà: “Signore venne l’Islam e io non ho capito
nulla”. E colui che è morto nel tempo dirà:


“Signore non è venuto a me alcun messaggero”. Allora Allah stipula un
patto per metterli alla prova, e li invita ad entrare nel fuoco
[colui che accetta l’invito di Allah e sarà fiducioso e timoroso
di Lui, verrà ricompensato come tale, chi invece si rifiuterà sarà
ricompensato per il suo rifiuto ad Allah], e per colui che ha
l’anima di Muhammad tra le mani, se entreranno sarà per loro
freddo e sicuro» (Ahmad).


Kufr minore e kufr maggiore:

Esistono due tipi di kufr: quello minore (al-kufr al-asgar) e quello maggiore
(al-kufr al-akbar). Un fedele entra nello stato di kufr minore
quando ha un comportamento da miscredente ma la sua fede rimane
salda. Per questo viene detto anche kufr ‘amali (miscredenza del
comportamento). Questo non causa l’abbandono del fedele
dell’Islam, e non lo condanna in eterno all’inferno ma lo rende
dissoluto, molto debole e facilmente può cadere nel kufr maggiore.
Il kufr maggiore è il rinnegare i principi della fede con il
pensiero, per questo viene detto anche kufr i’tiqadi (miscredenza
del pensiero). Questo causa l’abbandono dell’Islam e la condanna
in eterno all’inferno.


Per esempio l’abbandonare la salàt (la preghiera quotidiana
obbligatoria) pone il fedele in stato di kufr minore, se questo
continua ad avere una fede salda in tutti gli articoli di fede. Se
invece un uomo non prega e pensa che la salàt non serva a nulla,
allora egli è in stato di kufr maggiore. Ovviamente l’abbandonare
totalmente la salàt, preferendo ad essa altre attività (lavorare,
dormire, mangiare...), e non vi sono gravi impedimenti, porta
l’uomo al kufr maggiore, perché egli diventa murik - cioè
associa ad Allah qualche cosa-, nel nostro caso il guadagnare, il
mangiare o il dormire acquistano per la persona un valore superiore
rispetto ad Allah. E lo Širk - l’associare ad Allah qualcosa - è
il peccato più grave e il peccato che Allah non perdona: «Lo Širk
è un enorme ingiustizia» (XXXI:13); «Allah non perdona chi gli
associa qualcosa ma perdona chi è senza questo tra chi vuole» (IV:48);
e ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Colui che muore senza
aver associato nulla ad Allah entrerà nel Paradiso» (Muslim).



Allah

“Dio” o “Allah “:

Il lettore attento già avrà notato che in questo testo si usa la
parola “Allah” e non la parola “Dio”. Questo non perché
vogliamo fornire un’immagine esotica all’Islam (anzi), ma perché
vogliamo rispettare la volontà dell’Altissimo che si è dato
questo nome e ha scelto di chiamarsi così nel Sublime Corano: «Egli
è Allah, nei cieli e sulla terra. Conosce quello che nascondete e
quello che palesate» (VI:3).


La fede in Allah:

La fede in Allah non è credere unicamente alla Sua esistenza, ma essa
si compone di quattro elementi inalierzabili:


1-La fede nella Sua esistenza;

2-La fede nei Suoi caratteri e nei suoi nomi;

3-Credere che Allah sia l’unico Creatore, runico reale Padrone e runico
Gestore dell’Universo (Tawhid alrububiyya);


4-Credere che Allah sia l’unico degno di adorazione (Tawhid al-uluhiyya).

Prove dell’esistenza di Allah

La Fitra:

«Rivolgi il tuo volto alla religione come hanìf [come un monoteista], natura
originaria [fitra] che Allah ha connaturato agli uomini; non c’è
cambiamento nella creazione di Allah. Ecco la giusta Religione» (XXX:30).
Ogni uomo dunque possiede la fitra, ovvero una naturale propensione
verso il monoteismo e verso rlslam. Dimostrazione dell’esistenza
della fitra può essere il fatto che da sempre l’uomo si è
rivolto ad Allah. Anche coloro che sembrano aver dimenticato Aliah
nel momento di pericolo o di sconforto si rivolgono a Lui: «Egli è
Colui che vi fu viaggiare per terra e per mare. Quando siete su
battelli che navigano col buon vento, [gli uomini] esultano. Quando
sorge un vento impetuoso e le onde si alzano da ogni parte, invocano
Allah e Gli rendono un culto puro. “Se ci salvi saremo certamente
riconoscenti”» (X:22); anche coloro che sono politeisti
riconoscono l’autorità suprema di un’unica divinità: così
come per i greci questa autorità era rappresentata da Zeus, gli
arabi pagani avevano Allah: «Se domandi loro: “Chi ha creato i
cieli e la terra?” certamente risponderanno: “Allah”» (XXXI:25).
Anche le grandi ideologie atee riservano una forma di culto
superiore ai loro fondatori.


Ma se l’uomo naturalmente tende ad Allah perché esistono varie
religioni diverse? Ciò avviene perché l’uomo viene influenzato
dalla famiglia e dal contesto in cui cresce e vive. Troviamo infatti
in un hadith trasmesso da Abu Hurayra che il Messaggero di Allah (SAAS)
ha detto: «Tutti i nati nascono con la fitra, ma i loro genitori lo
rendono giudeo, cristiano o mazdeo, così come dal quadrupede nasce
un altro quadrupede; Vedi forse un incongruenza in ciò?» (Bukhari
1385). Allora un bambino che è cresciuto senza subire alcuna
influenza esterna, naturalmente tenderà ad essere un monoteista?
Questo potrebbe essere vero se non esistessero gli Šayatin - i
demoni - che tentano di corrompere l’uomo in ogni modo dal tempo
della creazione di Adamo, e non lo lasciano mai solo: «Disse [Šaytàn,
dopo aver traviato Adamo]: “Per la tua potenza, tutti li travierò,
eccetto coloro, fra essi, che sono Tuoi servi sinceri»


(XXXVIU:82-83).

Allah motore dell’Universo:

La fisica ci ha insegnato che un corpo rimane nel suo stato di quiete
fino a quando non interviene mia forza che modifica il suo stato
(legge d’inerzia). Eppure “qualcosa” ha fatto scoppiare l’«uovo
cosmico» che ha dato inizio al «Big bang». Ma quell’«uovo
cosmico» - che ha dato vita a tutto l’Universo - non può essere
stato generato dal nulla, né può essersi creato da solo,
“qualcosa” deve averlo creato.


Quel “qualcosa” che ha creato l’«uovo cosmico», quel
“qualcosa” che gli ha impresso un impulso iniziale tale da farlo
espandere tanto velocemente che nel giro di 10-32 secondi abbia
aumentato il volume dell’Universo di miliardi e miliardi di volte,
quel “qualcosa” che ha fatto si che dalla semplice materia
scaturisse la vita, e quel “qualcosa” che continuamente là sì
che questo Universo si muova e che la vita si rinnovi non può
essere altro che Allah, ente trascendente all’Universo di infinita
potenza e di infinita sapienza. Non è possibile che l’Universo e
l’uomo vengano dal nulla, e non è possibile che siano il frutto
di una serie di coincidenze. Il Corano invita a riflettere in
proposito:


«Sono stati forse creati dal nulla oppure sono essi stessi i creatori? O
hanno creato i cieli e la terra? In realtà non sono affatto
convinti» (LII:35-36).


Certo l’uomo difficilmente ammette la sua inferiorità e di avere delle
capacità limitate, soprattutto oggi che ha conquistato grandi vette
in campo tecnologico e scientifico. Ma la realtà è differente.
L’uomo ha capacità nettamente inferiori ad Allah: «Non hai visto
colui che per il fatto che Allah lo aveva fatto re, discuteva con
Abramo a proposito del suo Signore? Quando Abramo disse: “11 mio
Signore è Colui che da la vita e la morte”, rispose: “Sono io
la
vita e la morte!”, e Abramo: “Allah là sorgere il sole da
Oriente, fallo nascere da Occidente”. Restò confuso
miscredente.
Allah non guida i popoli che prevaricano» (II:258).


Allah ha creato l’Universo per l’uomo:

Allah dunque ha creato l’Universo e lo ha creato per l’uomo: « Egli
ha creato per voi tutto quello che c’è sulla terra» (II:29); «Non
vedete come Allah vi ha sottomesso quel che è nei cieli e sulla
terra» (XXXI:20). Questo certamente non significa che l’uomo
possa violentare l’universo e abusarne, ma deve adoperarlo nel
modo più proficuo e nello stesso tempo rispettarlo.


Invito del Corano ad osservare la grandiosità del Creatore attraverso il
creato:


«Di’: “Osservate quello che c’è nei cieli e sulla terra”» (X:l01);
«Guardi l’uomo ciò da cui è stato creato» (LXXXVI:5); «Guardi
l’uomo ciò che mangia» (LXXX:24). Il Sublime Corano ci invita,
dunque, ad osservare il creato, proprio perché attraverso il creato
noi possiamo comprendere la grandiosità del Creatore. Così come da
un opera d’arte possiamo intuire la bravura, la perizia e la
sensibilità dell’autore, dall’universo possiamo intuire molti
dei caratteri di Allah: la perfezione, la conoscenza, la grandezza,
la generosità...


Abbiamo considerato qui esclusivamente due prove dell’esistenza di Allah
l’Altissimo la fitra e il fatto che non possa esistere
l’Universo senza un creatore. Però è doveroso accennare che il
Corano stesso, Parola di Allah, è una prova della Sua esistenza.
Infatti esso contiene profezie e verità scientifiche che
sicuramente non erano alla portata dei beduini dell’Arabia del VII
secolo, ma lontano anche dalle capacità dell’uomo del 2000.


I caratteri e i nomi di
Allah


Nulla è simile ai caratteri e ai nomi di Allah:

Sono concordi, i sunniti, che nulla è simile ad Allah, né nella sua
entità, né nella sua persona, né nei Suoi attributi
nei
Suoi nomi: «Niente è simile a Lui . Egli è l’Audiente, Colui
che vede» (XLII: 11); «Nessuno è uguale a Lui» (CXI), e ancora:
«Non paragonate nulla ad Allah» (XVI:74).


Fu posta all’lmàm Malik ibn Anas una domanda sul detto
dell’Altissimo: «fl Misericordioso è asceso sul Trono» (XX:5)
Come Egli si fosse stabilito? Malik rispose: «L’ascendere non è
cosa sconosciuta e il come non è comprensibile e la domanda in
proposito è bid’a». Questo significa che le caratteristiche di
Allah l’Altissimo che ritroviamo nel Corano o nelle parole del
Profeta (SAAS) sono chiare e bisogna credere nella loro esistenza,
ma il “come” di queste caratteristiche è un qualcosa di
incomprensibile per l’uomo, e il solo chiedersi come siano queste
caratteristiche o come si esprimono è eretico - bid’a -, proprio
perché fuori dalla portata dell’uomo. E chiaro anche che cercare
cli interpretare in modo allegorico le caratteristiche di Allah o i
Suoi attributi sia al di fuori delle capacità umane, e non può
condurre se non all’errore e ad allontanarsi da ciò che
l’Altissimo ha voluto dirci su di sè. E bisogna attenersi proprio
a quello che Allah ci ha detto di Se: «Siete voi più sapienti o
Allah?» (11:140); e a quello che ci ha detto il Profeta (SAAS),
perché le sue parole erano ispirate: «E non parla d’impulso, ma
ispirato da una Rivelazione» (L111:3-4).


Un unica somiglianza con il creato la possiamo riscontrare nel
linguaggio che usa il Corano. Alcune caratteristiche di Allah
vengono chiamate nello stesso modo in cui vengono chiamate alcune
caratteristiche degli uomini: «Allah è Colui che ascolta, il
Sapiente» (ffl:34); «Gli annunciarono un figlio sapiente»
(LI:28); «E abbiamo fatto in modo che ascoltasse e che vedesse» (LXXVI:2).
Ma ciò è stato fatto per fadilitarne la comprensione ed è ovvio
che le caratteristiche e gli attributi di Allah sono infinitamente
superiori e non limitati come quellì umani.


Allah è un’entità ben definita:

E importante anche dire che non stiamo parlando di qualcosa di
astratto, di una metafora, ma di un’entità ben definita e molto
precisa. Questo lo capiamo dal linguaggio che usa il Corano,
definendoLo come un entità precisa con delle caratteristiche
specifiche: «Allah, non c’è altra divinità che Lui, il Vivente,
l’Assoluto, non Lo prendono né sopore né sonno» (II:255); «Di’:
“Egli Allah è unico, Allah è assoluto non ha generato, non è
stato generato e nessuno è uguale a Lui”» (CXII).


Ed Egli ha anche una Sua persona (nafs) - che non assomiglia in nulla
alle creature-: «Di’: “A chi appartiene quello che è nei cieli
e sulla terra?” Rispondi: “Ad Allah”. Egli ha scritto per se
stesso la misericordia» (VI:12). «Tu conosci quello che c'è in me
e io non conosco quello che c'è in Te» (V:116); «Poi
venisti fino a qui, o Mosè, come deciso. Ti ho scelto per me
stesso» (XX:40-41); Da Abu Hurayra: Il Profeta (SAAS) ha detto: «Quando
Allah ha creato la Creazione, Lui ha scritto in un libro - e ha
scritto su se stesso, e questo è presso di Lui sul Trono - "In
verità la Mia Misericordia supera la Mia Ira"» (Bukhari 7404
e Muslim).


Allah ha un Volto:

Sappiamo dal Corano che Allah ha un volto, infatti esso dice: «Rimarrà
il Volto del tuo Signore» (LV:27); «Tutto perirà eccetto il Suo
Volto» (XXVIII:88).
Ma questo volto è coperto ed è irraggiungibile da occhio e mente
umana in questo mondo perché lo splendore è tale che brucerebbe
tutto il creato, così come ritroviamo in un hadith trasmessa da Abu
Musa al-Ash'ari che ha detto: il Messaggero di Allah (SAAS) era in
piedi tra noi e ci disse cinque cose: «In verità Allah - il
Potente e il Sommo - non dorme, e non ha bisogno di dormire. Il Suo
schermo è la luce [in un'altra versione di Abu Bakr: "il
fuoco"], se si scoprisse, lo splendore del suo viso brucerebbe,
del Suo creato, tutto ciò che la sua vista
raggiunge» (Muslim 179)


Allah ha due mani:
Lo si evince sempre dal Sublime Corano che dice: «Le Sue due mani
sono invece ben aperte» (V:64); «Disse: "O Iblis, cosa ti
impedisce di prosternarti davanti a ciٍ che
ho creato con le mie due mani?"» (XXXVIII:75). Noi sappiamo
che Allah con il solo comando "Sii" può creare
(vedi per esempio XXXVI:82). Ma ha creato l'Altissimo alcune cose
particolari con le sue mani, come ad esempio Adamo - vedi il
versetto 75 della sura XXXVIII -, la Torà e il Paradiso.



Allah ha delle dita:
'Amru bin al-'As ha riportato che il Profeta (SAAS) ha detto: «I
cuori dei figli di Adamo si trovano tutti tra due delle dita del
Clemente, come un solo cuore che modifica come vuole» poi disse (SAAS):
«Allahumma, Colui che forgia i cuori, forgia i nostri cuori alla
ubbidienza verso di Te» (Muslim 2654).


Allah ha una gamba:
Troviamo infatti nel Corano che Allah ha una gamba (saq), più
precisamente si intende la parte inferiore della gamba: «Il giorno
in cui verrà scoperta una gamba, saranno chiamati a prosternarsi e
non potranno» (LXVIII:42). E Abu Sa'id al-Khudri ha trasmesso che
il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Scoprirà il nostro
Signore la sua gamba e si prosterneranno a Lui tutti i fedeli e le
fedeli, e resteranno coloro che si prosternavano nel mondo terreno
per farsi vedere o farsi sentire, proveranno a fare la
prosternazione e troveranno la loro schiena di un unico pezzo [e
quindi non potranno prostrarsi]» (Bukhari 4919 e Muslim).


Allah sovrasta il Trono:
Ha detto l'Altissimo: «Il Signore del Trono immenso» (XXIII:86);
«Il Misericordioso è asceso sul Trono» (XX:5) e ha detto: «Egli
è il Signore del Trono Immenso» (IX:129). Noi crediamo che Allah
sia asceso sul trono poiché ce lo dice il veridico Corano. Non
sappiamo il come Egli sia asceso, come abbiamo già visto, ma noi
sappiamo quale siano i possibili significati della parola Istawa
nella lingua araba: sovrastare, stare al di sopra, ascendere. Non
sappiamo neanche come sia questo Trono, ma sappiamo che è immenso e
che questo è sostenuto da degli angeli giganteschi: infatti ha
detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Mi è stato permesso di
parlare con uno degli angeli che sostengono il Trono; un uccello per
percorrere la distanza che passa tra il suo lobo e la sua spalla
impiegherebbe settecento anni» (Abu Dawud).


Allah ride:
Abu Hurayra ha detto che il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Ride
Allah per due uomini che si uccidono a vicenda. Entrambi entrano nel
Paradiso: uno perché combatte sulla via di Allah e viene ucciso,
poi Allah perdona l'uccisore, diviene martire» (Bukhari 2826 e
Muslim) .


La discesa dell'Altissimo:
In un hadith troviamo: «Scende il nostro Signore, il Benedetto e
l'Altissimo, ogni notte verso il primo cielo - samà al-dunya - e vi
rimane l'ultimo terzo della notte, e dice: "C'è qualcuno che
mi invoca, al quale Io possa rispondere? C'è qualcuno che mi
chiede, al quale Io possa dare? C'è qualcuno che mi chiede perdono,
perché Io lo possa perdonare"» (Bukhari 1145 e Muslim). E lo
stesso accadrà prima del Giorno del Giudizio: «No, quando la terra
sarà polverizzata, in polver fine, e verranno il tuo Signore e gli
angeli schiere su schiere» (LXXXIX:21-22).


Allah ama:
Allah ama tutte le azioni che si rifanno al Corano e alla Sunna, e
ama tutti i caratteri consigliati, e non ama tutto ciò
che esso sconsiglia e vieta: «In verità Allah ama i
timorati» (IX:4); «In verità Allah ama coloro che compiono il
bene» (III:134); «In verità Allah ama coloro che hanno pazienza»
(III:146); «In verità Allah ama coloro che a Lui si affidano» (IX:4);
«Dici: "Se amate Allah seguitemi, Allah vi amerà"» (III:31)
e dice ancora: «E Allah non ama la corruzione» (II:205).


La conoscenza di Allah:
«Allah è l'Udente, il Sapiente» (III:34). Molti hanno sostenuto
che ad Allah possa conoscere l'universale ma non il particolare. Ma
questo non è vero nell'Islam, troviamo infatti nel Corano: «O
figlio mio, anche se fosse come un peso di un granello di senape nel
profondo di una roccia o nei cieli o sulla terra, Allah ne avrebbe
conoscenza. Allah è dolce e ben informato» (XXXI:16).


Dov'è Allah?«Siete forse sicuri che Colui che sta nel cielo non vi faccia
inghiottire dalla terra quando trema? O siete sicuri che Colui che
sta nel cielo non scateni contro di voi un uragano? Conoscerete com'è
[terribile] il Mio avvertimento» (LXVII:16-17). Allora Allah
Subhanahu è in cielo. Lo stare in "cielo" non va inteso
perٍ letteralmente, ma lo stare in
"cielo" significa che Allah è al di sopra delle cose
create all'esterno dell'universo, al di sopra dei sette cieli.
Infatti troviamo in altri versetti: «Glorifica il nome del tuo
Signore l'Altissimo» (LXXXVII:1) e ancora: «Egli è Colui che è
potente sopra i suoi servi» (VI:18).


Si può vedere Allah?
Non si può vedere Allah durante la vita terrena. Lo stesso Mosè
non ha visto Allah, bensì: «E quando Mosè venne al nostro luogo
d'incontro, e il suo Signore gli ebbe parlato, disse: "O
Signore mio, mostraTi a me, affinché io Ti guardi". Rispose:
"No, tu non Mi vedrai, ma guarda il monte, se rimane al suo
posto tu mi vedrai". Non appena il suo Signore si manifestò,
esso si polverizzò e Mosè cadde folgorato» (VII:143). Anche
Muhammad (SAAS) non ha mai visto Allah, neanche durante la sua
ascesa al settimo cielo: 'A'isha ha detto: «Colui che sostiene che
Muhammad ha visto il suo Signore ha [detto] una grande menzogna su
Allah».
Sarà possibile vedere Allah solo nel Giorno del Giudizio, e sarà
un grande dono per i fedeli: «In quel giorno ci saranno dei volti
splendenti che guarderanno il loro Signore» (LXXV:22-23), ma i
miscredenti non Lo potranno vedere: «In verità quel giorno un velo
gli impedirà di vedere il loro Signore» (LXXXIII:15).


I nomi di Allah:
«Ad Allah appartengono i nomi più belli: InvocateLo con quelli» (VII:180).
Allah possiede dunque i nomi più belli e il Messaggero di Allah (SAAS)
ha detto: «Ad Allah appartengono novantanove nomi -cento meno uno-,
non le memorizza se non colui che entrerà nel Paradiso. In verità
Lui è l'Impari, ama le cose dispari» (Bukhari 6410 e Muslim).


Il migliore nome:
Il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Il miglior nome, quello
con il quale invochi e ti sarà risposto, si trova nelle tre sure
del Corano del Baqara [sura II], di Al 'Imran [sura III] e Ta Ha [sura
XX]» (Ibn Majah). Il nome più usato comunque nel Corano è Allah,
che viene citato ben 1697 volte, mentre al-Rahman è usato solo 57
volte.


Vantaggi per chi conosce i nomi di Allah:
Colui che conosce (non solo a memoria, ma ne capisca anche il
significato) i nomi di Allah riceve tre benefici molto importanti:
acquista una grande conoscenza di Allah e perfeziona così la sua
fede che altrimenti sarebbe un pensiero indefinito che non da dei
buoni frutti; avrà più mezzi per l'esaltazione dell'Altissimo e
nelle invocazioni dell'Altissimo. Molto spesso i novantanove nomi
vengono adoperati per pratiche poco ortodosse. Vale la pena
ricordare che tutto ciò che, nella pratica della religione, non si
rifà al comportamento del Profeta (SAAS) è un eresia e un atto di
apostasia. Come disse il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Colui
che fa un'azione non conforme ai nostri insegnamenti sarà respinta» (Bukhari
e Muslim 1718).



Il Tawhid
Questo è senza dubbio il pilastro fondamentale dell'Islam. Il
Tawhid è l'affermazione che non esiste altra divinità, altro
oggetto di adorazione, che Allah. Possiamo dividere il Tawhid in due
parti: il Tawhid al-uluhiyya, ovvero che Allah è l'Unico, e il solo
ad essere degno d'essere l'oggetto d'adorazione (di 'ibada -cioè
compiere tutti quegli atti espliciti ed impliciti, e quelle parole
che ama Allah, e l'evitare, invece, quegli atti che Egli disprezza);
il Tawhid al-rububiyya sottolinea che Allah è l'unico Creatore,
l'unico reale Padrone e l'unico Gestore dell'Universo.



La creazione come specchio dell'unicità di Allah:

L'armonia della creazione e la sua perfezione ci induce a pensare che deve
esistere un solo dio che l'ha creata e che la gestisce, altrimenti
regnerebbe un caos tra le varie divinità (vedi per esempio il
pantheon greco-romano) e di conseguenza un conflitto tra le varie
creature dell'Universo: «Allah non si è preso figlio alcuno e non
esiste alcun dio al Suo fianco; altrimenti ogni dio se ne sarebbe
andato con ciٍ che ha creato e ognuno
avrebbe cercato di prevalere sugli altri» (XXIII:91).
Allah dunque è l'unico Creatore, Possessore e Gestore dell'Universo
-Tawhid al-rububiyya- ed Egli possiede caratteristiche e nomi
superiori a quelle di qualsiasi creatura, non esiste allora altro
degno di adorazione tra le creature -Tawhid al-uluhiyya-.



Condizioni del Tawhid:

Il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Colui che dice che non esiste
altra divinità che Allah e che Muhammad è Suo servo e Suo
messaggero, che Gesù è servo di Allah e Suo Messaggero, Sua parola
insufflata in Maria e uno Spirito proveniente da Lui, che il
Paradiso è verità e che l'Inferno è verità, Allah lo farà
entrare nel Paradiso in base e quelle che sono state le sue azioni»
(Bukhari e Muslim 28). Questo hadith mette in risalto l'importanza
del Tawhid, ma risalta anche importanti pilastri della fede
(creazione di Gesù, la sua natura umana e non divina e l'esistenza
del Paradiso e dell'Inferno) e l'importanza che deve avere il
comportamento e le azioni che si compiono. Allora non basta dire che
non c'è altra divinità che Allah per considerarsi musulmani, ma
questa frase -che costituisce il Tawhid- ha sette condizioni
inalienabili:
1- La conoscenza e la piena consapevolezza del significato di queste
parole infatti dice l'Altissimo: «Eccetto coloro che avranno
testimoniato la verità con piena conoscenza» (XLIII:86). E in un
hadith trasmesso da 'Uthman bin 'Affan, il Messaggero di Allah (SAAS)
ha detto: «Colui che muore e ha la conoscenza che non esiste altra
divinità che Allah entra nel Paradiso» (Muslim 26).
2- Bisogna essere pienamente convinti del Tawhid e non spinti da
interessi mondani (come quello matrimoniale, per esempio): «I veri
credenti sono coloro che credono in Allah e nel Suo Inviato senza
dubitarne» (XLIX:15).
3- Si deve testimoniare il Tawhid con le parole ma bisogna anche
adeguare le proprie azioni a questo principio: «Quando si diceva
loro: "Non c'è dio all'infuori di Allah" si gonfiavano
d'orgoglio e dicevano: "Dovremmo abbandonare le nostre divinità
per un poeta posseduto?"» (XXXVII:35-36).
4- Bisogna sottomettersi ad Allah: «Tornate al vostro Signore e
sottomettetevi a Lui» (XXXIX:54).
5- Bisogna essere onesti con Allah e con se stessi: «Tra gli uomini
vi è chi dice: "Crediamo in Allah e nel Giorno Ultimo" e
invece non sono credenti. Vorrebbero ingannare Allah e coloro che
credono, ma non ingannano che loro stessi e non se ne accorgono» (II:8-9).
6- Bisogna essere sinceri nella pratica: «Non appartiene forse ad
Allah la Religione sincera» (XXXIX:3); ed anche: «Eppure gli fu
ordinato di adorare, attribuendogli un culto sincero e monoteista»
(XCVIII:5).
7- Bisogna amare (bramare) soltanto Allah: «E fra gli uomini vi
sono coloro che attribuiscono ad Allah degli uguali e li amano come
amano Allah. Ma coloro che credono hanno per Allah un amore più
grande» (II:165).






Tradotto di: Ahmad Michelangelo Guida




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